Si
resbalamos tomados de la mano, yo, pesado como el oso Yoghi te
arrastraré, y
cayendo,
pareceremos una pintura de Chagall. El viejo
y el ángel. Si
en véz caemos al revés,
volaremos hacia
el horizonte y nos pintará
Goya... Abrí la escotilla, subimos otro
piso y
otro más... toca la materia, aquí si todavía
en
la pared rugosa... aquí estamos
perdidos en el color, en la forma enorme...
mirá allá los restos de la cuadratura, me gusta
dejar, a
veces, los medios técnicos a la vista.
Así los faros sobre la escena
teatral o los agujeros
que hace la grua en las grandes piedras.
También ellos participan de la obra. Si son
prepotentes, a veces los
transformo, pero igual
quedan. Mirá allá abajo, no, allá. Alla
cerca
de la estatua: no, nada. Ya pasó. Bajemos a
tomar un café...
Azúcar?
Guarda là sopra, ora andiamo a vedere il murales dall'altro
lato della strada... i murales hanno uno spettatore in
movimento, anche distratto, anche in macchina. È un'opera d'arte
nel contesto urbano non in un luogo deputato, raccolto. L'opera
"gioca" con i rumori,
con la luce cangiante, con le
insegne. Non è il suono di un liuto in una chiesa romanica e nemmeno la voce di Ecuba ad Epidauro. Bisogna amplificare... i punti di
fruizione visiva sono diversi... tiene conto delle
deformazioni...
Un murales non è un grande dipinto. Non è un'opera da
cavalleto ingrandita è men che meno un bozzetto ingrandito.
Il progetto freddo, per non perderti nel muro ravvicinato
diviene un
canovaccio perchè là sopra tutto cambia per restar
fedele alla tua primaria idea. In questo travaglio vibra l'artista
muralista.